Non si comprende l’attuale momento politico – amministrativo di Castelnuovo se non si conosce, almeno a grandi linee, la storia recente del governo del paese. E, visto che siamo in tanti “nuovi abitanti”, e molti non ne sanno, ecco qui una specie di riassunto, ovviamente del tutto soggettivo.

Nel 1975 fu approvato il primo Piano Regolatore, da una giunta di centro – sinistra, e nello stesso anno divenne Sindaco Giorgio Salè (orientamento centro – destra), che rimase in carica per 20 anni, fino al 1995. Con Salè si formò, in maggioranza o in minoranza, buona parte della classe dirigente del paese, a partire dall’attuale Vicesindaco Guadagnoli, già allora vicesindaco, e compresa Alessandra Paradisi, che esordì come consigliere di Opposizione dal 1990 al 1995.

Nel 1995 vinse le elezioni la Paradisi (centro – sinistra), per un solo voto in più rispetto a Salè. Determinante, soprattutto per chi perse, fu la scelta fatta da Massimo Scorretti, capo della destra locale, di non apparentarsi con nessuno e di partecipare alle elezioni con una lista sua.

La Paradisi rappresentò un momento di rottura anche traumatico rispetto al ventennale tran tran amministrativo locale. Si interruppero le consuetudini, vennero azzerate le gerarchie, cambiato – almeno nelle intenzioni – il modo di intendere l’Amministrazione comunale.

Naturalmente ci fu una reazione da parte degli avversari, che cercarono di isolare e togliere seguito alla “nuova amministrazione”, che perse anche alcuni dei suoi consiglieri di maggioranza che passarono all’opposizione. Ad aprile ’99 la giunta Paradisi presentò il nuovo Piano Regolatore, ma non riuscì a farlo approvare dal Consiglio Comunale. A giugno, alle elezioni, quell’esperienza finì, per responsabilità dei suoi stessi protagonisti.

Avrebbero dovuto competere 4 liste in tutto: Paradisi, Salè, Lucchese, e Rifondazione Comunista. Con la Paradisi c’era la destra di Scorretti, con Salè una parte della nomenclatura locale, con Lucchese l’altra parte della nomenclatura locale.

Successe che le liste della Paradisi e quella di Salè furono escluse dalla competizione elettorale per un timbro mancante o un ritardo d’orario e vinse, come su una carrozza tirata da 4 cavalli bianchi, l’outsider Lucchese. Rifondazione ebbe il monopolio della Opposizione, e in un colpo solo i Sindaci degli ultimi 25 anni si ritrovarono esclusi dalla vita amministrativa del paese.

Alle elezioni del 2004 Lucchese ci arrivò con un suo Piano Regolatore appena adottato, e con gli avversari divisi: da un lato il gruppo Paradisi (capolista Mondati) con Rifondazione, dall’altro Scorretti con il centro – destra. Vinse Lucchese a mani basse, come su una carrozza tirata da 8 cavalli. Paradisi e Mondati da un lato, e Scorretti e Faustini dall’altro, andarono all’opposizione. Con la lista Paradisi risultò eletto anche Gioacchino Di Palma, che dopo meno di un anno si dimise, ed il suo posto toccò al sottoscritto.

Oggi a Castelnuovo è evidente che la vita amministrativa del paese è ancora strutturata secondo lo schema dei gruppi formatisi all’epoca di Salè, molti anni fa. Questo è dovuto al fatto che vari esponenti della amministrazione Salè stanno ora con Lucchese e che, anche adesso, Paradisi e Mondati, forti di quella volta che vinsero, tendono ad accreditarsi come l’Alternativa amministrativa, esattamente come allora. Anche Scorretti ha un suo modello amministrativo, che tuttavia non ha mai potuto esprimere, perché è sempre risultato, alla fine di ogni elezione, in minoranza.

Va da sé che con questa impostazione non c’è spazio per terze forze o correnti di pensiero, come potrebbe essere quella di chi, “immigrato” da fuori, non ha vissuto le precedenti stagioni della politica locale. I gruppi esistenti tendono più o meno consapevolmente ad inglobare ed omologare ogni tentativo di diverso linguaggio, del quale Castelnuovo ha invece grande bisogno.

Oggi in Consiglio Comunale ci sono tre gruppi consiliari, uno di maggioranza e due di minoranza, tutti composti da persone stanno nell’amministrazione locale da qualche lustro(*), più un singolo consigliere di minoranza, eletto da un paio d’anni, che è il sottoscritto.

A dire il vero c’è anche un Sindaco che ha solo 8 anni di “anzianità”. Ma questo è un altro discorso.

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