Lintervista che segue – di Nicola Acquaviva – è stata pubblicata su Nerosubianco di luglio 2007

 

Qualche numero fa abbiamo lanciato una rubrica su quello che pensano i rappresentanti politici di maggioranza o minoranza dei paesi a nord di Roma.

Proseguiamo questa strada intervistando il consigliere di minoranza del Comune di Castelnuovo di Porto, Enrico Pane, rappresentante di una Lista civica che già nello scorso articolo si è definita di centro-sinistra.

Chi è il Consigliere Comunale Enrico Pane?

E’ uno degli “immigrati” da Roma a Castelnuovo di Porto, esattamente nel 2001.

Quali sono i suoi rapporti con gli altri Gruppi di Opposizione ?

All’Opposizione siamo in 5, ci sono due gruppi e un singolo che sono io. I rapporti sono abbastanza buoni, riusciamo a essere concordi sulla politica territoriale. Certo col gruppo di centro – destra, ci sono divergenze culturali e politiche profonde.

Consigliere Pane, in quale area politica, a livello nazionale, si colloca oggi, visti i cambiamenti che stanno avvenendo, sia nel centro sinistra che nel centro destra?

Sono sempre stato di sinistra, anche se mai iscritto a nessun partito fino al 2003, quando ho aderito alla Margherita, fondando il Circolo “Castelnuovo di Porto”. E anche questa scelta è avvenuta più con motivazioni locali, che per reale differenza di vedute col resto della sinistra nazionale. Ora ci sarà finalmente il Partito Democratico.

Lei nel Consiglio Comunale di Castelnuovo di Porto si trova tra i banchi della minoranza, come concilia la sua posizione di opposizione ad una maggioranza che in gran parte fa riferimento alla sua stessa compagine politica?

Sono totalmente in disaccordo con Lucchese, e non da oggi. In particolare la sua politica territoriale non ha nulla della cultura di centro – sinistra. E’ un problema di quelli di sinistra che stanno con Lucchese, non mio. Io so bene quale è la politica territoriale avanzata da fare, e cerco di praticarla. Loro la delega all’urbanistica l’hanno data al centro destra più conservatore. Le scelte concrete ci qualificano, non le etichette politiche.

Per la sua attività politica a quali attività della vita privata e professionale ha dovuto rinunciare ?

A nessuna, il mio lavoro è l’architettura e la pianificazione territoriale, e continuo a farlo, anche se per mia scelta non lavoro nel territorio dove sono Amministratore pubblico. Diciamo che per fare il Consigliere comunale sottraggo un po’ di tempo al lavoro e un po’ alla famiglia. Ma è un fatto temporaneo e sto imparando molte cose.

Come ha maturato e perché questa scelta di vita?

Per uno che fa il mio lavoro viene quasi naturale candidarsi a decidere in prima persona quello che va fatto per il miglioramento del territorio. Prima di me tantissimi colleghi, anche illustri, hanno avuto una esperienza amministrativa. La capacità di gestire e organizzare il territorio è forse la cosa più importante per un amministratore locale. Va detto che non sempre sono esperienze di lunga durata, perchè o gli elettori condividono quello che vuoi fare, e ti votano, oppure te ne torni al tuo lavoro e basta. Non c’è nessuna voglia di fare il politico a tutti i costi.

Quale è il suo pensiero sulle innovazioni tecnologiche, adottate od in fase di adozione da parte dell’amministrazione, riguardanti l’informazione delle attività comunali, servizi volti al miglioramento della qualità della vita, ecologia e sostenibilità?

Penso che la tecnologia sia indispensabile, purchè sia un mezzo e non un fine. Nelle specifiche materie citate il lavoro della Amministrazione è stato positivo, basta dire di  Agenda 21 o dell’informatizzazione degli uffici. Ma non sono cose sostanziali dal mio punto di vista. La qualità del territorio viene prima di tutto.

Qual è la sua posizione nei confronti delle scelte adottate dall’Amministrazione ed in particolare, urbanistiche, e sulla variante di P.R.G. (Piano Regolatore Generale)?

Magari l’Amministrazione Lucchese avesse fatto delle scelte! Adottare un Piano sbagliato non è una scelta, è una perdita di tempo, e infatti sono 3 anni e mezzo che Castelnuovo aspetta, e il Piano neppure è stato mandato alla Regione per sapere se è giusto o sbagliato. A me sembra una cosa gravissima, francamente. La gente aspetta, e loro dormono. Non mi aspettavo un tale basso livello della politica castelnovese. Sto imparando anche questo. Che nei piccoli centri non è facile trovare bravi amministratori pubblici.

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