foto di Hans Gelderman, terzo premio al concorso fotografico Parco di Veio (2000)

Il Parco di Veio, dopo una lunga “gestione commissariale”, dal maggio scorso ha un nuovo Presidente e un nuovo consiglio Direttivo, che sono gli organi di indirizzo amministrativo.

Fin da questi primi mesi è apparso chiaro che il Parco di Veio ha necessità di potenziare la sua azione nei confronti delle popolazioni locali, incentivando le produzioni agricole di qualità, le attività sportive e del tempo libero e in generale ogni attività, anche economica, purché sia compatibile con la tutela della biodiversità e con le caratteristiche dell’area protetta. Si è quindi provveduto a varare un vasto progetto di costruzione di infrastrutture interne al Parco, che comprenderanno il recupero dei sentieri in disuso in qualità di ippovie e piste ciclabili, la istituzione delle porte di accesso al Parco (collegate con le stazioni delle ferrovie esistenti), il recupero delle vie d’acqua, dei fontanili e delle antiche mole. Parallelamente si sono volute incrementare tutte le attività che fanno riferimento ala civiltà etrusca, ottenendo i relativi finanziamenti, e dando impulso alla sistemazione dell’area archeologica della “Città di Veio”, già intrapresa dal ministero dei Beni Culturali. Lo sforzo di tutto il Consiglio è volto a fare in modo che il Parco venga percepito da chi lo abita come una importante opportunità, sia in termini di accesso ai finanziamenti regionali ed europei, sia in termini di supporto alle iniziative qualificanti, sia in termini di immagine del territorio.

La grave emergenza incendi della scorsa estate ha poi determinato un forte stanziamento economico sul fronte della prevenzione e dell’allarme immediato, affinché la prossima estate non assomigli neppure lontanamente a quella appena trascorsa.

Oltre a questi temi della “gestione quotidiana”, il Consiglio del Parco ha due obbiettivi di grande importanza da raggiungere, che il Presidente della Regione Marrazzo, nella cerimonia di insediamento, ha voluto esplicitamente ricordare: la adozione del Piano di assetto, e la individuazione della sede definitiva.

Il Piano di assetto è in sostanza il Piano urbanistico del Parco, che a tutt’oggi, per alterne vicende, a 10 anni dalla istituzione del Parco stesso, non è stato ancora varato. La sua adozione va fatta quanto prima, perché oggi il Parco vive sulla provvisorietà delle sue regole territoriali, dettate al momento della sua istituzione, e invece necessita del Piano vero e proprio, che è il documento di indirizzo dell’assetto generale del suo territorio. Se si valuta che il Parco di Veio comprende circa 15.000 ettari, (dei quali 7.000 in Comune di Roma) che per il 75% sono di proprietà privata, e che il suo Piano è gerarchicamente sovraordinato a quello dei 9 Comuni che ne fanno parte, appare evidente la difficoltà che la stesura del Piano comporta.

Per quanto riguarda la sede, il discorso è semplice: gli uffici del Parco oggi comprendono circa 40 addetti, divisi in tre sedi, oltre ad un vasto magazzino necessario al ricovero del materiale strumentale dei Guardiaparco. Tutti gli immobili sono in locazione, e il Parco ha urgente necessità di una sede definitiva, che riunisca in un unico luogo (per ovvi motivi di economia ed efficienza) tutti suoi addetti. E’ stata avanzata richiesta formale di un immobile adeguato ai Sindaci della Comunità, sottolineando la necessità di mantenere la sede dell’Ente nei comuni esterni alla Capitale, per ribadire la vocazione “rurale” e “naturalistica” dell’area protetta, ed una decisione verrà presa entro fine anno.

Il nuovo Consiglio Direttivo ha circa tre anni di tempo per portare a compimento gli obbiettivi fin qui brevemente elencati. L’auspicio è che essi vengano pienamente raggiunti, e che con il Parco di Veio, tutta l’area del quadrante nord di Roma conosca una nuova stagione positiva.

E.Pane – vicepresidente

(dal mensile “Nerosubianco” di novembre 2007)

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