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Sembra definitivamente conclusa la vicenda dei depuratori sequestrati e il conseguente andirivieni dei camion – auto spurgo per le vie del paese.

Il depuratore di Vallelinda ha ripreso a funzionare da oltre una settimana, mentre anche per quello di Colleverde è atteso a breve il dissequestro. Restano i danneggiamenti subiti dalle strade, molte delle quali private, causati dai camion che per 5 mesi sono transitati 24 ore su 24. E restano i disagi sopportati da moltissimi cittadini castelnovesi. Ma restano anche da chiarire competenze e responsabilità, efficienze e inefficienze per una vicenda che – comunque vada – causa un esborso di denaro pubblico valutabile tra i 3,5 e i 4 milioni di Euro.

In questi giorni, dopo la richiesta fatta come consigliere comunale, ho ricevuto copia delle lettere inviate dal Sindaco Lucchese dal 28 dicembre al 9 gennaio 2008, che è il giorno in cui fu possibile iniziare i lavori di adeguamento del depuratore di Vallelinda. Va subito detto che il Sindaco, in questo lasso di tempo, è stato attivo e fortemente efficiente, come si vede dalle lettere. Anzi, risulta che il suo intervento ha evitato gravi disagi alla popolazione, in quanto l’ACEA ATO 2 intendeva chiudere l’acqua a tutta Castelnuovo per fare i lavori, durante il giorno e per parecchi giorni. E che fu il Comune a individuare una soluzione migliore, che poi fu praticata. L’ordinanza del 4 gennaio che potete leggere qui riassume questa fase.

Rimane tuttavia l’interrogativo che riguarda il periodo precedente al Natale 2007. Infatti non si può dimenticare che i depuratori di Castelnuovo vennero chiusi e sigillati il 6 settembre 2007, 4 mesi prima della positiva accelerazione della vicenda. E che il 18 dicembre una mia mozione sui depuratori venne approvata dal Consiglio Comunale, nonostante l’opposizione del Sindaco. Da allora, la soluzione del sequestro dei depuratori ebbe una fortissima accelerazione, quasi che il Consiglio Comunale, una parte della Maggioranza divergendo dal Sindaco, sia stato (per una volta) davvero di stimolo e di indirizzo, interpretando un disagio della popolazione non più procrastinabile.
Che è poi quello che dovrebbe fare il Consiglio Comunale, al di là della maggioranza o minoranza, dovrebbe decidere sempre per quello che è oggettivamente meglio nell’interesse di tutti. Mentre come sappiamo non sempre accade, subentrano altre ragioni, di appartenenza, di coalizione, o quello che volete, le decisioni vengono prese prima, e poi solo ratificate dalla maggioranza in aula consiliare.
Questa volta del 18 dicembre non è stato così, alcuni di maggioranza ritenevano evidentemente che la linea tenuta per mesi dal Comune sulla questione (che si può riassumere in: “non è colpa nostra”) non fosse la migliore nell’interesse della cittadinanza e hanno votato secondo coscienza. Bocciando la sterile disputa incentrata solo sulle “colpe”, fatta a colpi di manifesti e poco concreta. E mettendo il “turbo” alla soluzione della intera vicenda, che infatti in pochi giorni si è risolta.

Anche in questo caso è evidente che la politica amministrativa locale è molto diversa dalla “politica” in senso stretto. Nei paesi – nella emergenza – va privilegiata la soluzione pratica, col criterio del buonsenso e con una certa elasticità nel considerare se la cosa sia di stretta competenza oppure no.
La Minoranza di Castelnuovo (5 consiglieri di orientamento politico diversissimo) il 12 settembre, dopo pochi giorni dal sequestro dei depuratori, chiese formalmente e tutta insieme la convocazione del Consiglio Comunale per decidere il da farsi. Il Consiglio non fu mai convocato. La spinta e l’indirizzo alla soluzione del problema dati dal Consiglio Comunale il 18 dicembre 2007  potevano arrivare alcuni mesi prima.

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