La conversione del Sindaco Lucchese sulle questioni territoriali di Castelnuovo di Porto non può non far piacere a chi ha sostenuto per anni e anni le stesse cose che sostanzialmente oggi dice il Sindaco.
Non si tratta solo della Minoranza in Consiglio Comunale, ma a ben vedere di tutte quelle persone che nel 2004, alle ultime elezioni comunali, non votando la “Lista dell’Ape”, determinarono appunto l’elezione della attuale Minoranza. Massimo Lucchese vinse le elezioni con oltre 2800 voti, mentre le altre due liste sommarono insieme circa 1700 voti. Tutte le liste civiche avevano un programma politico – amministrativo. Per quanto riguarda il Piano Regolatore era chiaro che la lista Lucchese, ponendosi in continuità con i primi 5 anni di amministrazione (La tua fiducia per continuare l’opera era il titolo del programma) intendeva portare avanti la Variante adottata 6 mesi prima. Mentre per una singolare circostanza le due liste “perdenti” proponevano entrambe una profonda revisione della Variante adottata, prima di tutto con la inclusione nel Piano delle aree agricole, poi con uno sviluppo compatibile a vantaggio delle ” future generazioni”, eccetera.
Su queste basi la Minoranza, seppure costituita da liste diverse, ha sempre trovato in Consiglio Comunale sul Piano Regolatore un comune atteggiamento. Questo non le ha impedito, per quanto impegno potesse metterci, di essere costantemente sopraffatta, al momento di ogni voto, dalla Maggioranza di 12 contro 5 consiglieri stabilita dalla norma elettorale.
Alcune intenzioni della Minoranza, come per esempio l’inclusione delle aree agricole nella programmazione, furono fatte proprie dalla compagine Lucchesiana, seppure più per motivi giuridici, e insomma per tentare di riparare gli errori del Piano, che per persuasione sulla bontà della scelta.
Ma resta il fatto, molto evidente nel corso degli anni, che la Minoranza ha preso un mucchio di randellate (metaforiche, ma niente affatto gradevoli) da una compagine che in massima parte non parlava, non dibatteva, restava coperta e allineata dietro il suo Sindaco, e all’appello, votava. Sempre 12 a 5. Dal 2004 al 2008 in Consiglio Comunale, sul Piano Regolatore la Maggioranza è così andata avanti come un rullo compressore. Noi della Minoranza abbiamo scritto pagine e pagine, spiegato, proposto, ragionato “per il bene comune”. Ma non abbiamo ottenuto niente. A luglio 2006 portammo in Consiglio la proposta di revoca del Piano, basata su fatti tecnicamente inconfutabili; offrimmo i nostri voti chiedendo soltanto di rifare subito un altro Piano valido ed efficace, salvaguardando i diritti ormai acquisiti, nell’interesse di Castelnuovo. Ma niente da fare.
Ora invece il Lucchese ha invertito la rotta. Con lo stesso piglio (efficacissimo), con la stessa capacità dialettica (magistrale) con le quali negli anni scorsi ha sostenuto che il Piano era la migliore cosa possibile per il paese, per il suo futuro, per vecchi, giovani, donne e bambini – nello stesso modo oggi sostiene proprio il contrario. Dice, per la verità, che non è lui che ci ha ripensato, ma che piuttosto sono cambiate le condizioni, che il paese è mutato velocemente e che sono in atto rimescolamenti globali che impongono un riesame. Ma alla fin fine il risultato concreto al quale arriva l’odierno Lucchese è esattamente quello che la Minoranza suggerisce e chiede da anni di perseguire: la profonda revisione di questo Piano e il ripensamento dello sviluppo in termini di compatibilità economica, storica e ambientale.
Quindi oggi Lucchese (e con lui Risoluti, per ora) vogliono nella pratica la stessa cosa che ha sempre voluto la Minoranza.
Ma c’è un importante distinguo: loro hanno cambiato idea adesso, la Minoranza non ha mai cambiato idea. Non si tratta di una differenza di poco conto. Non tanto in termini di indirizzi politici da perseguire (perché la casa delle idee giuste non ha porte e chi vuole entrare è benvenuto), quanto in termini di responsabilità amministrativa relativa a un capitolo che si riconosce sbagliato. Perché la responsabilità degli atti della Variante 2003 è del Sindaco, dei suoi Assessori e della sua Maggioranza: loro hanno caparbiamente voluto giocare da soli la partita del Piano Regolatore senza mai considerare la Minoranza, i rimedi e le soluzioni che a suo tempo proponeva. Per questo oggi loro avrebbero il dovere di varare e proporre gli atti necessari a trarre (forse) d’impaccio il paese, responsabilmente non perdere altro tempo, e cercare di minimizzare il danno.