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Quella che avevo definito “la partita” da giocarsi tra il Sindaco e la sua Maggioranza si è chiusa martedì 18 novembre col “ritiro” del Piano Regolatore. Il Piano adottato a Natale 2003 è stato definitivamente cancellato dal Consiglio Comunale con 9 voti favorevoli, 5 contrari, 2 astenuti e un assente, ed è come se non fosse mai esistito.(1)

All’apparenza ha vinto Lucchese, che è riuscito a dividere la sua coalizione di 12 Consiglieri, e a raccogliere intorno a sè i 7 voti necessari alla cancellazione del Piano, contro i 5 che volevano mandarlo avanti. Ma per farlo ha dovuto sudare le classiche sette camicie, dimettersi, non dimettersi, giocare sul filo dei Regolamenti, tirare in ballo almeno un Partito, e poi anche chiedere una mano alla Minoranza, che almeno in questo caso non gli votasse contro.

La Minoranza ha accettato di buon grado. Dopo 4 anni di battaglia consiliare imperniata sul fatto che il Piano era sbagliato e dannoso, si è infatti vista offrire su un piatto d’argento non solo la ragione piena data a parole, ma anche la delibera che questa ragione – appunto – sanciva. E perciò, sulla base della volontà del Sindaco e dei suoi 7 Consiglieri di ritirare il Piano, ha firmato(2) la richiesta di ritiro delle dimissioni (affinchè si tenesse il Consiglio Comunale), e ha detto che era d’accordo. Seppure con i dovuti distinguo tra le varie componenti, la Minoranza è riuscita a restare unita, a restare fedele al suo programma, e a fare quello che – dopo 5 anni – è il male minore.

Perché, intendiamoci: il ritiro di un Piano Regolatore dopo 5 anni, gettare via in una volta sola un intero lustro di attività amministrativa, insomma il risultato dei nostri Amministratori, non è una bella cosa, ed anzi è un fatto drammatico. Che la Minoranza – va detto – ha cercato in tutti i modi di evitare. Chiedendo fin dall’inizio della consiliatura il ritiro del Piano. E poi, visto che loro assolutamente non volevano, sollecitando in ogni modo a mandare avanti il Piano stesso, a spedire rapidamente il plico in Regione per avere finalmente un responso.

Solo il sottoscritto avrà presentato 5 o 6 interrogazioni consiliari sollecitando l’evasione delle osservazioni, in modo da chiudere la pratica. Appositamente non ho partecipato alle sedute sulle osservazioni, per abbreviare i tempi di discussione, e velocizzare così il più possibile.

Ma non si andava né avanti e né indietro, e per anni è stato così.

E al punto dove erano caparbiamente voluti arrivare, di blocco totale, il male minore, in termini sia amministrativi che politici, è sicuramente la delibera approvata il 18 novembre in Consiglio Comunale.

Stando così le cose è quindi evidente che Lucchese ha vinto solo all’apparenza, ma in realtà non ha vinto nulla: ha solo messo una “pezza”, col benestare della Minoranza, ad una situazione di grave difficoltà nella quale lui e i suoi avevano messo il paese.

Gli va personalmente dato atto del meglio tardi che mai, perché avrebbe potuto lavarsene le mani e non lo ha fatto.

Ma quella che il Sindaco ha combattuto e vinto non è stata la partita per il futuro di Castelnuovo di Porto. E’ stata piuttosto una prova di forza, una lotta finale interna al suo gruppo, per la quale il Piano è stato il mezzo e non il fine.

La partita vera, quella per un territorio equilibrato e pianificato, per uno sviluppo serio di Castelnuovo, non l’ha vinta nessuno. L’abbiamo invece persa tutti, nel momento in cui sono passati inutilmente gli anni e oggi il paese è di nuovo al punto di partenza.

Note

(1)     Su 17 consiglieri hanno votato a favore dell’annullamento del PRG: Lucchese, Bali, Guadagnoli, Baldelli, Risoluti, D’Agostino, Diociauti, Scorretti, Faustini; hanno votato contro: Ballini, Pedicino, Marchetti, Faraotti, Rossini. Si sono astenuti Paradisi e Manunta; il sottoscritto era assente alla votazione, ma aveva annunciato che si sarebbe astenuto, in quanto la delibera non sanciva che il Piano era errato fin dalla sua adozione.

(2)     Per la Minoranza la richiesta di ritiro delle dimissioni è stata firmata da Scorretti, Faustini e dal sottoscritto. Il Cons. Paradisi era all’estero, e il Cons. Manunta non si è riusciti a contattarlo.

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