Molti conoscono “la Madonna del Sorbo”. Si tratta del complesso monumentale medievale, già castello e poi convento, che sta in uno dei luoghi più belli del Parco di Veio, tra Campagnano e Formello, la valle del Sorbo, sito di importanza comunitaria e transito della famosa via Francigena.

I monumenti, si sa, sono importantissimi per tutti, e vanno conservati e tutelati. Il problema è come tutelarli, come farli vivere, e soprattutto con quali soldi restaurarli e mantenerli.

Si tratta di un problema non da poco, soprattutto alla luce della scarsità di risorse finanziarie di questi anni.

Nel caso del Sorbo negli anni scorsi la Regione Lazio, in varie riprese, riuscì a finanziare il restauro del complesso monumentale, con una spesa di alcuni milioni di Euro. I lavori furono compiuti anche piuttosto bene, ed attualmente è in fase di appalto il recupero dell’ultimo corpo di fabbrica rimanente, sul lato sud-ovest.

Restava da definire la destinazione, cosa non semplice data la localizzazione del castello/convento, lontana da ogni centro abitato, e data anche la sua proprietà, divisa tra l’Università Agraria di Campagnano e la Parrocchia.

In questo quadro è intervenuto il Parco di Veio, che è un Ente strumentale della Regione Lazio, quindi con la possibilità di una maggiore autonomia e di un più diretto rapporto con le comunità locali rispetto all’Ente – madre regionale.

Il Parco ha messo intorno a un tavolo non solo i proprietari del Sorbo, ma anche il Comune di Campagnano. E ha messo in campo sia le sue risorse economiche, sia la sua struttura organizzativa, fatta di uffici, guardiaparco, tecnici eccetera. E così – non senza difficoltà – si è trovata la soluzione che permetterà al Sorbo di rivivere, mille anni dopo la sua costruzione, e di essere finalmente utilizzato.

Il complesso monumentale sarà gestito direttamente dal Parco di Veio, che ne farà la sua sede di rappresentanza in occasione di iniziative e manifestazioni pubbliche. Al Sorbo ci sarà anche un ostello, che potrà essere utilizzato da chi ripercorrerà la Via Francigena (a piedi o in bicicletta  rifacendo l’antico percorso dei pellegrini), e una moderna localizzazione per convegni e spettacoli. Ma soprattutto il Sorbo sarà la sede del “Centro di documentazione del Parco di Veio”, dove si potrà avere accesso a tutto il materiale, cartaceo e audiovisivo, che riguarda il Parco di Veio, l’ambiente, la natura e la storia dell’area protetta.

Con la rinascita del Sorbo va compiersi un altro passo del percorso che ha portato nell’ultimo anno alla approvazione dei progetti e al finanziamento del recupero dei sentieri, delle mole e dei fontanili per Riano Castelnuovo e Morlupo, del Programma “Terre di Veio” per gli altri comuni del Parco, nonché della sistemazione dell’area archeologica della antica città di Veio a Roma.

Della “soluzione Sorbo” va dato merito a tutti gli amministratori che si sono seduti intorno al tavolo e che per molti mesi hanno insistito a ricercare l’intesa. Anche se – viste le cose da vicino – uno più di tutti è sentimentalmente legato al Sorbo, e ha voluto con la sua caparbietà pervenire alla soluzione: Dionisio Moretti, scrittore, animatore culturale e amministratore del Parco di Veio.

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