Come una stella cometa, apparsa nel cielo di Castelnuovo di Porto nel 2003 e scomparsa all’orizzonte nel 2008, il Piano Regolatore ha una coda di bagliori e oscurità che sembra confermare le antiche favole, per le quali le comete erano foriere di sventura.

Già come risvolto politico la revoca del Piano, votata il 18 novembre 2008, costò al Sindaco la perdita di 5 membri della sua Maggioranza, che diventò di 7 consiglieri invece dei 12 di prima. Con la conseguenza che il Consiglio comunale, come percorso da una scossa elettrica, si riassestò con un rapporto Maggioranza – Minoranza capovolto: dal 12 a 5 previsto dalla legge elettorale, al 7 a 10 causato dalla cometa PRG. Nella adunanza successiva, a Natale, il Consiglio rimescolato bocciò il Bilancio comunale; l'(ex) Maggioranza fece apparentemente spallucce, ma di adunanze Consiliari non ne convocò più per oltre due mesi. Di questi giorni è poi la presentazione di una mozione di sfiducia al Sindaco, che dovrà essere discussa e votata in Consiglio Comunale entro i primi giorni di aprile. E in questo modo il Primo Cittadino, mal che gli vada, sarà riuscito a rimanere in carica per oltre quattro mesi a dispetto dei numeri.

Ma nella coda del Piano apparso per 5 anni nel cielo di Castelnuovo non ci sono solo lampi e bagliori politici, ma anche altre zone con aspetti diversi.

Quello fiscale  e amministrativo per esempio: l’adozione di un Piano Regolatore va ad incidere sui valori immobiliari, in quanto formalizza la previsione dell’assetto del territorio. La previsione diventerà urbanisticamente vigente solo al termine del cosiddetto “iter di formazione del Piano”, (ovvero quando lo stesso verrà approvato dalla Regione), però esplica fin da subito i suoi effetti in aumento verso il fisco e verso il patrimonio.  In altri termini è da supporre che parecchie persone abbiano pagato tasse (di vario genere) sulla base dei valori immobiliari determinati dal Piano adottato, salvo ritrovarsi, dopo la revoca, con gli immobili tornati alla destinazione e al valore precedente. E’ una cosa che non dovrebbe accadere, e infatti nella prassi non accade, e men che meno ad opera delle amministrazioni comunali. Casomai – raramente – è l’Ente sovraordinato (la Regione) che cancella il Piano eventualmente errato. Anche per queste implicazioni fiscali e patrimoniali è necessario che il tempo “di mezzo” tra l’adozione e l’approvazione di un PRG, sia il più breve possibile: le mie numerose interrogazioni, da consigliere comunale,  che richiedevano di fare in fretta, avevano questo preciso scopo. Ma non furono considerate e non servirono ad abbreviare i tempi, perché con tutta evidenza in Maggioranza non vi era la consapevolezza che il “tempo” fosse un elemento essenziale del processo di pianificazione territoriale.

In sostanza una cosa è (eventualmente) dichiarare “errato” un Piano Regolatore subito o quasi subito, e un’altra cosa è farlo dopo 5 anni. E una cosa è motivare la “dichiarazione d’errore” con argomenti tecnici incontrovertibili (come quelli sostenuti fin da subito da tutta la Minoranza in decine di documenti), e un’altra cosa è sostenere che il Piano andava bene nel 2003 ma non nel 2008 perché nel frattempo è cambiato il territorio. Come se fosse del tutto naturale restare fermi per 5 anni a guardare la stella cometa che passa mentre nel frattempo il territorio cambia.

Su queste basi – posso supporre – sono giunte in Comune le chiamate in giudizio di cittadini che si trovano oggi danneggiati dal tardivo ripensamento di Lucchese e dei suoi; alle quali va sommata la chiamata in giudizio del Comune per l’annullamento della delibera di revoca del Piano, promossa da tre dei Consiglieri che già espressero voto contrario. A sua volta quest’ultimo atto potrebbe determinare l’incompatibilità di chi lo ha promosso con la sua carica di Amministratore (in questa e nella prossima Consiliatura) in quanto la Legge non permette contenziosi giudiziari con la stessa amministrazione di cui si fa parte.

Come si vede la scia della cometa PRG è ancora presente nel cielo castelnovese con molti e complessi riverberi. A quelli fin qui brevemente citati va aggiunta – ultima solo in ordine di tempo – l’acquisizione, da parte della Magistratura competente, delle carte che composero e sostennero in aria la suddetta cometa. E tennero per un lustro i cittadini fermi, col naso all’insù, a scrutare il cielo.

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